Monterano (antica)

A meno di un’ora da Roma, le rovine di “Monterano, feudo degli Anguillara nel XIV secolo, poi degli Orsini e dal 1671 degli Altieri, ebbe il suo massimo sviluppo tra il XVI ed il XVII secolo. Fu semidistrutta e saccheggiata dalle truppe francesi nel 1799 e ben presto abbandonata” (cit. da I Tesori del Lazio) a causa di un’epidemia di malaria.

Il sito è all’interno della riserva naturale di Monterano, nella Tuscia Romana tra i Monti della Tolfa e i Monti Sabatini, facilmente raggiungibile da almeno due punti di accesso, per quello che io abbia potuto vedere. Un percorso risulta più agevole e vicino alla meta, l’altro più lungo e impervio se si vuole tagliare all’interno.



- Chiesa di San Bonaventura con convento annesso e fontana -

Entrambi conducono in un’oasi di vera pace ove girovagare tra le rovine dell’antica città di Monterano.
Da un lato, un’ampia area sulla quale sembra appoggiata con assoluta delicatezza, la chiesa di San Bonaventura, l’annesso convento e la prospiciente fontana, entrambe progettate dal Bernini su incarico di Papa Clemente per la famiglia Altieri, tra il 1677 e il 1679.
La chiesa presenta una pianta centrale, a croce, con quattro cappelle laterali.
Sebbene versi in pessimo stato di conservazione, nel suo interno sono stati ambientati numerosi film tra cui Ben-Hur, Brancaleone alle Crociate, Guardie e Ladri e Il Marchese del Grillo.
Nel suo centro risiede da 200 anni una pianta di fico del diametro di 3 metri e di oltre 9 metri di altezza, unico abitante della città “morta”!


- La Fontana del Leone - 




- La porta di accesso al Borgo -

Di fronte l’ingresso della chiesa, la copia della fontana ottagonale berniniana, installata dopo i lavori di restauro del 1995-96 il cui originale è nella piazza del comune di Canale Monterano.
Sull’ altro lato della spianata naturale, si leggono gli antichi tracciati urbani del borgo e si ergono le rovine di una chiesa con il suo campanile, dell’imponente palazzo ducale con la sua chiesa annessa e dell’acquedotto.
Sempre al Bernini fu dato l’incarico di realizzare una fontana che valorizzasse l’austero prospetto verso valle del palazzo.


- Chiesa interno e pianta di fico -





- Convento -
 
Egli progettò, quindi, un maestoso leone trionfante su un gruppo di rocce dal quale sgorgava l’acqua.
Insieme alla fontana dei Fiumi di Piazza Navona, questa del Leone rappresenta un importante esempio di fontana naturalistica il cui gusto fu considerato all’epoca alquanto azzardato.
L’originale è custodito nel Comune di Monterano.
L’area è attrezzata di panche e tavoli e consente ai più appassionati, anche una temporanea sosta in tenda.
Camminando nella riserva si ha modo di ascoltare il canto di uccelli e di imbattersi in alcune polle d'acqua sulfurea ribollente.



- Convento -